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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: poetica Pascoli 2, nella raccolta Myricae, pubblicata nel 1891 in cui lo sfondo è spesso autobiografico, emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali la metrica apparentemente tradizionale, ma in realtà frantumata da un ritmo spezzato, con sintassi paratattica, frequenti pause ed enjambements che rompono nessi sintattici forti (es.: soggetto-verbo), nella raccolta Myricae, pubblicata nel 1891 in cui emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità), LA POETICA INNOVATIVA DI GIOVANNI PASCOLI si realizza in primo luogo nella raccolta Myricae, pubblicata nel 1891, nella raccolta Myricae, pubblicata nel 1891 che prende il titolo da un verso delle Bucoliche di Virgilio: "non omnes arbusta iuvant, humilesquae myricae" (non a tutti sono graditi gli arbusti e le umini tamerici), in primo piano è la natura umile dei campi e degli orti dunque apparentemente si tratta di quadretti naturalistici (bozzetti), emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali le sinestesie che collegando percezioni sensoriali diverse rimandano alla segreta rete di corrispondenze oltre l'apparenza del reale, dietro l'apparente intento descrittivo, il paesaggio naturale è colto come simbolo della dimensione mistriosa e segreta della realtà per cui la tendenza ad un'analitica nominazione di oggetti e presenze naturali non deriva da un'attitudine realistica ma rivela lo sguardo "magico" del fanciullino che registra stupito impressioni, emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali lo stile nominale: il prevalere di sintagmi nominali, spesso accostati senza apparente nesso, emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali la miscela di linguaggio pregrammaticale, grammaticale e postgrammaticale (Contini), prende il titolo da un verso delle Bucoliche di Virgilio: "non omnes arbusta iuvant, humilesquae myricae" (non a tutti sono graditi gli arbusti e le umini tamerici) ma ne rovescia il senso: proprio alle umili tamerici viene dedicata la raccolta, emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali alcuni personali stilemi, come la trasformazione di un aggettivo in sostantivo (si perde il confine tra astratto e concreto): "nero di nubi", emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali i continui rimandi fonosimbolici (allitterazioni, onomatopee ecc.) che sciolgono l'apparente concretezza del reale in una trama di suoni, è un mistero polarizzato dalle due forze che lo dominano, il Male e il Bene due presenze che si oggettivano sul piano storico nella malvagità umana e nell'affetto che lega il nucleo familiare (espresso dal mito del nido), emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali descrizioni ottenute a macchie di colore, dietro l'apparente intento descrittivo, il paesaggio naturale è colto come simbolo della dimensione mistriosa e segreta della realtà per cui tema centrale è il senso di mistero che domina il cosmo, emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali la rottura dei nessi sintattici per andare oltre l'ordine logico del reale, l'uso allusivo ed evocatore delle metafore che spesso fanno riferimento a oggetti - simbolo della natura tra i quali l'oggetto - simbolo centrale della poetica pascoliana è il nido, che rimanda alla famiglia, alla protezione dal male, alcuni personali stilemi, come la trasformazione di un aggettivo in sostantivo (si perde il confine tra astratto e concreto): "nero di nubi" i quali rimandano all'effetto "flou" della pittura impressionista, emergono le novità formali più rivoluzionarie (dietro l'apparente semplicità) quali la brevità folgorante di alcuni testi